D’educazione e d’istruzione

Stasera un piccolo sfogo riguardo alla scuola.

Alle medie una fantastica professoressa d’Italiano ci aveva mostrato film come “Mare dentro”, “I diari della motocicletta” ed altri. Ricordo più quei film che tante altre lezioni piene di contenuti e vuote di sostanza.
Pensavo che la cultura sarebbe venuta da me, continuando con il liceo; che avesse bussato alla mia porta alla ricerca d’un rifugio. Invece, andando avanti mi sono reso conto del nozionismo, della mancanza di concretezza negli insegnamenti, del teorematismo, del dogmatismo scientifico.

Ma non accuso questo -e coloro i quali hanno eretto un muro davanti a me- ma ringrazio loro, per l’enorme opportunità di capire, di formarmi, di demolire le mie vecchie e inattuabili idee da sognatori: ho imparato a credere, a sentire più di altri, la poesia, la musica, l’arte, di capire i miei limiti e anche alcuni del mondo in cui sto.

Pensavo che gli insegnamenti nella nostra vita scolastica fossero un imbuto di conoscenza, di pari passo con l’evoluzione di ognuno di noi. Ogni essere umano, dalla totalità delle scelte che ha davanti, sceglie un filone di strade che poi diventano, con molta fatica e scelte sofferte, una sola strada, cioè l’essere Uno in particolare.

Così pensavo che la specializzazione funziona così: alle elementari si studiano le tabelline e le province d’Italia, alle medie si sceglie una lingua straniera a piacere, alle superiori si sceglie istituto e indirizzo e all’università il dipartimento/facoltà.

Ad ogni “livello” d’istruzione mi sono ritrovato ad avere a che fare con materie che reputavo inutili e spiegate in modo sbagliato (tuttora non vedo come queste possano arricchirmi). Così ho calato la testa, ho studiato anche controvoglia, e ho rinunciato al desiderio incontenibile di specializzarmi, di essere più di qualcuno in generale: me stesso.

Ma d’altro canto, la troppa specializzazione è una fregatura dovuta alla conoscenza fin troppo ramificata (un albero come sosteneva Lullo). In effetti a me ha spesso fatto comodo avere una dieta variata di conoscenze, non sapere mai nulla in modo approfondito però un poco di tutto: mischiare anatomia con Platone, autovettori e nomenclatura IUPAC, con un sacco di passioni e una lista enorme di cose da volere imparare.
E oggi la cultura ragiona troppo a settori, il Web Designer non parla la stessa lingua del programmatore, ma nemmeno la stessa del Web Master. Ma come può essere esplorato un mondo dove ognuno cammina solo sulla sua direzione?

Ci vuole una nuova cooperazione per andare incontro a soluzioni più creative.

 

Una risposta a “D’educazione e d’istruzione”

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