Sinfonia di esistenze

Da qualche mese a questa parte, ogni giorno è un continuo accordo di settima.

Giorni che cercano, che se ne vanno cercando qualcosa. La risoluzione? Questa è una vera sinfonia di giorni. E tra lo spazio centi-millimetrico di due fogli di calendario, si possono scoprire alcuni relitti abbandonati.

Per esempio la mattina -prima dell’alba- si sente la lamiera dei cantieri che si sgranchisce le ossa. Ondulata e opaca, crepita. Si sta preparando al suo dilatarsi nello spazio e nel tempo che compongono lo sforzo di un altro giorno.

Per esempio il rumore degli stomaci in ufficio alle undici. L’omino dentro di noi si rotola per terra a ridere, ma fuori di noi siamo seri e concentrati sullo schermo del PC.

Per esempio il fischio che fa la cassetta dello sciacquone in fase di ricarica. Questo è il mio preferito. Ha un’espressione tutta sua. La dinamica è un crescendo raveliano, la linea melodica è un glissato incostante con cromatismi quaellà.

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